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Giorno 1

strategia per il jetlag. non dormi un cazzo la notte prima cosi` dormi in aereo, per 10 ore, arrivi li` e sei a posto.

ostacolo 1: alitalia.

La parola economy che precede la classe cui vengo assegnato, non e` riferita all`economia che ho fatto io, comprando il biglietto a qualche lira di meno, ma all`economia che fanno loro. Economia di spazio, cibo, liquidi, rispetto delle convenzioni di Ginevra. Approfitto del raro lusso di potermi baciare le ginocchia, ma non riesco a dormire nemmeno un minuto. giunto a tokyo, sento gia`i prodromi del malanno ma li ignoro per farmi tornare il buonumore.

ostacolo 2: il giappone.

quando sei piccolino ti chiedi come facciano quelli in nuova zelanda a non avere il sangue al cervello, dato che stanno tutto il giorno con la testa penzoloni. poi cresci e traduci quel tuo incolpevole pregiudizio in una teoria suffragata da decine e decine di prove da te fabbricate. In breve, da quando ho deciso di andare in giappone, ho incontrato una moltitudine di bambini cresciuti pronti a regalarmi preziose dritte sul sol levante, a mettermi in guardia da questo e da quello. Pochi di questi erano stati in giappone, ma tutti sentivano di poter parlare in virtu` della succitata anche se ormai celata convinzione che in giappone come in nuova zelanda, hanno il sangue al cervello notte e di`. Novello Bacone, sono partito proprio per distruggerli questi idola della caverna, questa muffa medioevale. la realta` delle cose l`ho scoperta ieri, ma a pensarci bene la esperii gia` nella mia preadolescenza. da assiduo videogiocatore qual`ero, amavo comprare giochi d`importazioni in versione giapponese per averli anzitempo. anlakli, se il gioco non era di botte o di sparaspara, orientarsi era imnpresa impossibile e a volte lo era addirittura cominciare a giocare. tokyo e` tutto cio` e qualcosa di piu`: in breve, non si capisce un benemerito cazzo. nulla dico nulla e` scritto in caratteri alfabetici. in germania magari non sai se stai ordinando una sardina o un cosciotto d`agnello, ma almeno riesci a ordinarlo. qui si va a gesti, e dati gli usi e` facile che ti arrivi un cosciotto di sardina. non aiuta la disposizione degli esercizi commerciali: rispetto al vecchio continente dove negozi e quant`altro sono disposti orizzontalmente e a livello strada, qui l`organizzazione e` verticale. Difatti sto scrivendo da un internet-manga cafe al settimo piano di un palazzo che ospita una banca al primo piano, un ristorante al secondo e altre attivita`a me ignote nei piani di mezzo. ovviamente i cartelli che indicano cosa i vari palazzi contengano sono tutti in giappa, col risultato che se stai cercando qualcosa potresti anche esserci sotto senza saperlo. questo, va detto, lo scrivo da una tastiera giapponese, ovvero un calvario di segni improbabili dove il nostro alfabeto e` un opzione di lusso. tra l`altro si sono dimenticati il punto di domanda, quindi non aspettatevi frasi tipo chi me l`ha fatto fare.

ostacolo 3: i giapponesi

Chi pensa di non saper parlare l`inglese, chi neanche riesce a mettere in fila la prima strofa di Yesterday, non ha idea di cosa voglia dire non saper parlare inglese. Se la mia portinaia finisse a New York dopodomani, imparerebbe cosa vuol dire how much in meno di tre giorni. qui non l`hanno imparato in 50 anni. nessuno parla una dico una parola d`inglese. iersera, cercando di entrare a un concerto ho cercato di capire se stesse finendo o incominciando, e quanto costasse il biglietto d`ingresso. folle progetto: dopo 10 minuti di gesti (con chicche tipo io che mimo uno che suona a cui viene tagliata la gola) me ne vado sconsolato.

ostacolo 4: salute cagionevole

le 40 ore senza riposo di cui si parlava qualche riga piu` su, hanno dato i loro effetti: dalle 23 di iersera alle 19 di oggi sono stato a letto in preda ad atroci dolori, manifestatisi in un febbrone poderoso e lancinante. ora la fronte pare fresca ma mi sento debole come dopo un prelievo.

ostacolo 5: il cibo

Chi mi conosce sa quanto sia grave che io annoveri tra gli ostacoli della mia trasferta nipponica il cibo. eppure niente qui e` minaccioso quanto le pietanze. ennesimo luogo comune: il sushi in giappone non c`entra un cazzo con quello che mangiamo qui in italia. palle. e` identico e costa un botto di meno (per chi se ne intende di menu sushi, 12 pezzi assortiti e 8 maki qui vengono tipo 6 assortiti e 8 maki qui vengono tipo 7 euro) cio` che preoccupa e` tutto il resto, un po` perche` e` impossible capire di cosa si tratti un po` perche` quasi tutto quello che si mangia qui galleggia. poco aiutano i modellini dei piatti esposti fuori dai ristoranti (fatti per loro, mica per i turisti)Cquando vedi sul piatto una testa di pesce grande come una pizza, com occhi e tutto il resto ancora al proprio posto, ti senti come indiana jones nel tempio maledetto: puoi aver girato il mondo e camminato sugli scarafaggi, ma il cervello di scimmia qualche reazione te la provoca comunque. In breve il sushi e` l`unica cosa che i giappa potessero esportare senza essere accusati di stregoneria. se domani sono ANCORA vivo, illustrero` un altro fenomeno ugualmente curioso: la mancanza completa di una qualsiasi forma di criminalita` o pericolo di qualsivoglia genere.

Giorno 2. ma in breve

nculo. invece di girare per tokiolla, son costretto in un fottuto (e pure caro), internet caffao a scrivere per city. e dato che ho finito ora e il caffao chiude, mi vedo costretto a lasciare bocca sciutta il mio vasto pubblico blogghico, al quale domani mi dedichero` con rinnovata generosita`. solo qualche info sul mio giorno di rientro in societa` (guarii, guarii!):

- svegliatomi alle 4, ho pensato bene di andare al mercato del pesce - il piu` grosso du mondo - dove dalle 5 e mez alle 6 fanno le aste per i tonni.

- tonnatomi a dovere sono andato a mangiar sushi che piu` fresco di cosi` dovevo ucciderlo io. sushi alle 6 e mez del mattino,per intenderci.

- satollo sono andato a Electric City, distretto che riunisce tutta l`elettronica della citta, sia in versione bancarella (con sensori antitoccaggio culo per le tipe!) che grande magazzino. Windows Vista ovunque, play 3 spacca i culi 360, e c`e` un ipod shuffle che costa 60 euro grande come un`unghia. Manco le mie che son troppo grosse.

- giro sui navigli tokyesi aka Meguro, dove ci sono le stesse giacchette di napoleon ma costano come rilevarne l`esercizio tutto.

= giro a Shibuya, mecca di tutte le troiette d`oriente. Michi, se stai leggendo, iscriviti a un corso di giapponese ora e tra due mesi se vieni qua hai piu trombate garantite di un toro da monta. io il jappa non lo saccio. ogni tanto chiedo info perche` non si trova un cazzo (neanche loro, beninteso), queste chiamano pure le amiche attorno a te, ma continuano a ridere come la marini e a dire bisillabi ingoti. e sei costretto a mandarle a cagare e procedere. non fate lo stesso errore. studiate il giapponese e fatelo studiare ai vostri figli.

a dimane, per una piu` esaustiva trattazione.

Giorno 3. Esteso.

Dopo l`avara bloggata di ieri mi vedo costretto a una doppia razione di nipponovelle. Anche se mi seguite in meno di una mezza dozzina, e` pur sempre un servizio a pagamento e come tale va onorato. Scrivero` in forma di brevi topic, utili da riusare in conversazioni loffie in cui spacciarsi per aspri conoscitori del giappone (come mi spaccio anch`io, del resto) e ideali da leggere sul cesso. Sempre che abbiate la tazza vista schermo.

Kagami Poco Makagami

Come insegna l`abbondante Scarlett di lostintrans, a Tokyo cisicagapoco. Chi dipinge Milano e les ue metropolitane come gelide e indifferenti non sa di cosa stia parlando. Anche perche` da noi si guarda, si addocchia, si shifa e si tace. E se solo le nonnette e compagnia bella avessero icoglioni di parlare, non la smetterebbero da Molino Dorino a Sesto Marelli. L`indifferenza vera, quella che vige qui, e` invece sincera e talvolta piacevole. Non solo perche` ti permette di andare in giro vestito come il peggio idiota senza attirare sguardo alcuno (fatto che sgombra il campo dall`equivoco "e` idiota o solo eccentrico?": e` di certo idiota) ma per l`innegabile vantaggio di poter dormire o appisolarti dovunque. Chi come come me non ha mai raggiunto un equilibrio stabile tra ore di veglia e ore di sonno capira` l`immenso vantaggio: la pennichella in metro` e`uno sfizio che qui si tolgono tutti, spinti dal fatto i sedili cono comode poltrone di color fucsia. E ancora, togliersi le scarpe in una rispettabile tavola calda per famiglie e cadere come patate sul tavolo e` cosa che non desta la benche` minima attenzione degli avventori. L`impressione che, qualora ti venisse un colpo, il tuo cadavere farebbe a tempo a fare il giro di Tokyo quattro volte senza essere spostato, e` il legittimo rovescio della medaglia.

vedi Napoli e poi muori, vedi Tokyo e poi Kaori

Generalmente il nostro piano attico tende a convincersi di conoscere un luogo nel momento in cui riesce a sintetizzarlo, procedimento reso piu` semplice da 1-mancanza di ostacoli visivi ( se vedo un grosso prato senza un cazzo sopra non ho bisogno di calpestarlo tutto per dire "ah,si`, conosco quel prato!"), 2- il ritorno sui propri passi (giro firenze partendo da santa maria novella e ci ritorno da un`altra strada) 3- visione aerea (vedi il classico esempio del labirinto alla shining). Queste e altre facilities utili per costruirsi la sintesi di un luogo mancano completamente a Tokyo. Il motivo e` semplice: e` enorme, oltre ogni possibilita` di umana sintesi. Esiste una zona definita arbitrariamente centro - o Tokyo tout court - (arbitrariamente perche` oltrepassandola mica ci sono i campi, ma ancora palazzi e palazzi per tipo 60 km) ma essa stessa e` grande qualcosa come trenta volte milano. La si gira dunque basandosi su un`altrettanto arbitraria divisione in grosse zone (una ventina) collegate tra loro da un formicaio di metro`. A questo punto, viene da pensare che l`unico modo per dire veramente "sono stato a Tokyo", sia riuscire a fare una bella camminata tale da collegare visivamente almeno tre quartieri. Ieri - con quattro ore di escursione - sono riuscito a tracciare un trait d`union tra le peraltro adiacenti stazioni di Meguro e Shibuya. Dunque, non sapro` mai se sono stato '-A TOKYO (SI E` ATTIVATO UN CAZZO DI INGRANDISCI LETTERE SU STA TASTIERA E NON SI CAPISCE DA DOVE TOGLIERLO). (NIENTE, NON RITORNA NORMALE. CAZZO MI SEMBRA DI PARLARE A VOCE ALTA, ODIO IL MAIUSCOLO, ORA RIAVVIO TUTTO) '-DA QUATTRO GIORNI SPUNTO A INTERMITTENZA IN POSTI PIENI DI GRATTACIELI, NEGOZI E GIAPPONESI. IL SOSPETTO CHE QUANDO COMPAIO NEL POSTO X IL POSTO Y NON ESISTA PIU` C`E ECCOME.

BREVE COROLLARIO SULLA QUESTIONE INDIRIZZI.

MIA NONNA PATERNA ABITA IN UNA VILLA A LATO DI UNA PROVINCIALE NELL`ENTROTERRA TRA LIGURIA E TOSCANA. DAVANTI AL SUO CANCELLO C`E SCRITTO "LOCALITA` IL CUCCO", MA LA LOCALITA` COINCIDE SOSTANZIALMENTE CON LA SUA CASA. PER MANDARLE UNA CARTOLINA SI SCRIVE NONNA STICAZZI \ LOCALITA` IL CUCCO \ FOSDINOVO \ PROVINCIA DI STICAZZI \ ITALIA. IL POSTINO DI FOSDINOVO LO SA, NON HA UN CAZZO DA FARE TUTTO IL GIORNO E DUNQUE LE PORTA BELLO BELLO LA MIA CARTOLINA. ORA, TOKYO, CHE E` GRANDE COME LA LOMBARDIA, FUNZIONA NELLO STESSO MODO, ANZI PEGGIO. OGNUNA DELLE SUDDETTE VENTI E PIU` CITTA` NELLA CITTA` E` DIVISA IN UN TOT DI QUARTIERONI. OGNUNO DI QUESTI QUARTIERONI E` SUDDIVISO IN UN TOT DI CIRCOSCRIZIONI, IL CUI NOME E` NOTO GIUSTO A QUELLI DEL QAURTIERONE. OGNI CIRCOSCRIZIONE E` DIVISA IN UN TOT DI NONSOCOMECAZZOCHIAMARLIPIU, NOTI SOLO AL PADRE ETERNO E AI PORTINAI, SE SOLO CI FOSSERO. OGNI NONSOCOMECAZZOCHIAMARLIPIU E SUDDIVISO IN NUMERI, CIRCA UNO PER EDIFICIO, CORRISPONDENTI A QUANDO E` STATO COSTRUITO. CARTE CON SCRITTE TUTTE QUESTE BELLE COSE CE LE HANNO SOLO I PULOTTI (DEI BABBACCHIONI SU CUI TORNERO`), CHE LE SFOGLIANO COME FOSSERO GLI UNICI IN GRADO DI FARLO E SCOPRONO IN DIRETTA DOV`E` IL POSTO CHE TI INTERESSA, ANCHE SE E` DUE INCROCI PIU IN LA`. DA CIO NE DERIVA CHE SE E` CERTO CHE IO AVRO` L`IMPRESSIONE DI NON ESSERE MAI STATO A TOKYO, MANCO LORO CHE CI VIVONO L`AVRANNO MAI. E PARE GLIENE FREGHI POCONULLA.-'-'

ASIAN LOLITA BUKKAKE

PER ESPRIMERMI IN MERITO A QUESTA CENTRALISSIMA QUESTIONE STAVO ASPETTANDO DI POTER ASSISTERE ALLA PIU CLASSICA DELLE TRANSUMANZE SCOLASTICHE MATTUTINE.

LA VISITA NEI SOBBORGHI DI TOKYO AL GHIBLI MUSEUM ME NE HA DATO L`OCCASIONE, COSTRINGENDOMI IN METRO` ALLE 7 DI MATTINA (SI FA PER DIRE COSTRINGENDOMI, DATO CHE DOPO LE 6 NON DORMO NEANCHE CON UN PURINO).

EBBENE, SONO LIETO DI CONFERMARE TUTTI I PIU` LIETI STEREOTIPI SULLE COLLEGIALINI DA MANGA A TUTTI TANTO CARE. IL VESTIARIO IN PARTICOLARE RISPETTA IN MANIERA QUASI EMOZIONANTE I CLICHE` CUI CI SIAQMO ABITUATI SIN DALL`INFANZIA. A PARTE LO STEMMA DELLA SCUOLA, L`UNICA VARIATIO CONCESSA LORO E` IL COLORE DELLA SCIARPA, SEMPRE E COMUNQUE A FANTASIA SCOZZESE. VA SEGNALATO PERO` UN INCONVENIENTE STAGIONALE: DATA LA TEMPERATURA I CO 0 SCIOTTI?? DELLE SUDDETTE ASSUMONO COLORAZIONI CARE AI FAN DI CSI E RISULTANO PERCIOLOSAMENTE SIMILI AI TONNI IBERNATI DELL`ASTA DI CUI OLTRE. A POMERIGGIO, QUESTO INFINITO GREGGE DI BUKKAKETTE SI TRASFERISCE A SHIBUYA, DA CUI SCRIVO ORA, DOVE SI ADOPERA IN UNO SHOPPING SELVAGGIO.

FATTO STRANO, LA MATTINA ALLA FIN FINE DANNO L`IMPRESSIONE DI UNA BANDA DI SCOLARETTE ASSONNATE VESTITE DA LICEO PRIVATO, A POMERIGGIO ASSOMIGLIANO A QUELLE DEI PORNO. DUBBI KANTIANI LECITI SU DOVE CERCARE LA CAUSA DEL FENOMENO (OVVERO NEL SOGGETTO E NON NELL`OGGETTO) NON RIESCONO COMUNQUE A GIUSTIFICARE UNA COSI` TOTALE TRASFORMAZIONE.

Giorno 4

Scopro da una mia lettrice blogghica che in aereo e` facile pigliarsi la broncopomonite o chi per essa.

a parte il fatto che dovrebbero dirtelo quando ci entri (lo so bene che va su dove l`aria e` piu` fredda che in via farini, ma con quello che lo paghi mi sembra il minimo pretendere un microclima salutare. al ritorno faccio su un casino che da marzo per tutti i voli daranno la sciarpa al check-in), sappiate dunque che potrei essere in broncopolmonite piena.

Dato che 1) di broncopolmonite ancora oggigiorno in Mongolia si muore 2) io sopra la mongolia ci passo tra quattro giorni, vi cedo i diritti editoriali del mio nippoblog da pubblicarsi postumo con mia foto in bianco e nero sul retro, di quelle alla Crepet.

Sto scrivendo ahime` da tre ore, dato che avevo il weekend di city da spedire (incredibile pensare che la vita mondana di un bel po` di milanesi sia decisa da un disperato che si sveglia alle 6 dall`altra parte del mondo).

Dunque vedro` di essere breve ed efficace, o qui finisce che parlo solo delle tastiere giapponesi e non di quello che c`e` fuori.

Contraddicendo prontamente il mio sistema a box un po` vanity fair, me la cavero` oggi con una piu` scolastica cronachetta delle mie imprese, intervallata dalle solite preziose info su usi e costumi.

Il primo spunto me lo danno gli Internet Cafe, luoghi che ogni giorno sono costretto a cercare mio malgrado per portare a casa il caviale quotidiano.

Premetto che probabilmente ce ne sono ad ogni pie sospinto, ma per i motivi su cui gia` feci luce, e` arduo trovarli, dato che sono il tipico genere di esercizi sito al settimo-ottavo piano dei palazzi.

In compenso, dove si approda ci si meraviglia.

A Milano gli internet cafe sono tre scrivanie dell`ikea, messe dalla fnac di fianco al bar perche` fa molto global. Tra l`altro vi consiglio di evitare appunto l`internet cafe della fnac (da me spesso adoperato in giorni frettolosi), dato che ci si prenota al punto di vendita dei biglietti per i concerti, solzuione delirante che costringe un povero cristo senza portatile che si deve guardare la mail a dover star dietro a tre idiote in cerca di posti prato per antonacci.

senza dilungarmi sull`impietoso parallelo jap-ita, mi limitero` a descriver quello da cui vi bloggo ora: sono seduto su una poltrona di pelle di quelle che se sposti il peso all`indietro si spostano all`indietro pure loro, con poggiapiedi di pelle davanti, computer schermo piatto veloce come un ghepardo sotto coca, televisore schermo piatto a fianco collegato al computer e a un lettore dvd, play 2, cuffione da dj, luce da comodino. tutto ovviamente in un separe` cosi` separe` che se volessi potrei bloggare nudo. a disposizione uscendo dalla mia amabile postazione ho: quattro distributori di bevande (caffe e cappucci - coche e frizzoline varie - succhi - te` e infusi), cibi d`ogni tipo (dai biscotti ai tramezzini alle zuppe), una biblioteca di manga grande come la sormani e , udite udite, una doccia. ma mica come quelle della spiaggia: bella, bianca e privata come quella dei video di penthouse (per quel che mi ricordo). tutto compreso nel prezzo. che poi viaggia tra i 3 e i 5 euro all`ora.

il prossimo che rompe le palle col giappone caro lo mando alla fnac.

torniamo alla cronaca. la mia solita involontari sveglia alle 6 meno dieci della notte mi costringe a visitare luoghi dove il quid non e` nel negoziame (che apre alle 11 circa).

scelgo dunque Marunochi, centro finanziario di Tokyo e sede della residenza imperiale.

scopro che le carte della mia guida sono ognuna in una scala diversa: su quella di marunochi, arrivare dalla stazione ai giardini, pareva una passeggiata.

caso vuole invece che gli spazi siano leggermente piu dilatati.

ne` foto ne` blog poi potra` mai rendere l`estensione ciclopica della piazza davanti alla residenza del cornutone: per percorrerne il diametro ci vogliono circa 35 minuti.

incontro anatre, canaletti che fanno molto giappone e qualche stronzo che fa jogging, ma dopo un paio di foto a pagode e cigni, penso a me in italia che faccio vedere le foto: e qui c`era la pagoda coi cigni, e qui c`erano le anatre, qui un`altra pagoda. bello stronzo, sei stato in giappone, cosa volevi trovarci, i nuraghe? cancello le foto e cambio rotta.

mi dirigo verso l`ancora non vista baia di tokyo, che la guida giura futuribile come da copione. sara` almeno a 40 chilometri da dove mi girano i coglioni, ma grazie ai prodigiosi trasporti giapponesi, ci arrivo in un attimo.

la destinazione precisamente e` odaiba, sorta di dock al centro della baia con molti centri commerciali, il palazzo della fuji, luna park, troiate per bambini, una statua della liberta` alta 30 metri. ivi giungo e la trovo piacevolmente deserta, essendo i negozi ancora piu` che chiusi.

do ragione alla guida e mi inchino alle lamiere razioneli che mi circondano: casomai qualcuno nel futuro ci arrivasse, potrebbe trovarsi davanti qualcosa del genere. forme geometriche pure dovunque, tunnel, sopraelevate, sottoelevate, sfere di metallo sospese nell`aria. tutto, stupore, incredibilemnte funzionale e senza quello sfoggio da grande potenza bovara di noisappiamochi.

l`effetto e` triplicato dall`incredibile pulizia della zona, anche superiore a quello della citta` tutto.

parentesi.

tokyo e` pulitissima. per terra non c`e` un mozzicone uno e nonostante qualcosa come quattrocentomila tra ristoranti-bettole-noodlesbar non c`e` nemmeno un sacco di monnezza agli angoli della strada. questo in qualsiasi zona, da quella un po`scanfida alla leccata. altra cultura, direte gia`, quelli si` che usano i cestini. cazzate: non esistono cestini. con tutta la buona volonta` del nippoide medio, non riesco francamente a capire come facciano ad andare avanti. altro che sirchia. qui nei locali si fuma dovunque ma per strada ci si fa la sizza solo agli appositi smoking point, angoli della strada con grossi posaceneri (uno ogni km circa).

chiusa parentesi.

per tornare a tokyo terraferma mi avvalgo della monorotaia yamaqualcosa, sorta di metro` in superficie.

ahinoi, metro` in superficie ci fa pensare a cascina gobba.

qui invece sembra un cazzo di ottovolante, di quelli che esci col sorriso dei bambini che vogliono fare un altro@giro.

tutto quello che ho visto vale unodiecimilleviaggi in giappone, ma questo vale anche un pomeriggio in giappone: la yamasticazzi rimane sopra a una sorta di autostrada per poi infilarsi nel cuore del rainbow bridge, un pontone titanico stile bruklin che attraversa tutta la baia. alla fine del ponte si stacca per fare una sorta di parabolica autonome assolutamente sensazionale, da andare dal tipo che la guida e urlargli "zio!!e schiaccia sto pedale che ci si diverte!". quindi ci si infila nel mezzo della citta` tra grattacieli autostrade e stadi a tartaruga.

paura.

mentre le persone normali finalmente escono dalle loro cazzo di case, io sono gia` ad harajuku, patria delle cosplayer/gothic lolita e quant`altro.

altra parentesi, sulle cose che avevo promesso di portare.

1. nella mia vita ho comprato e portato vestiti tra i piu` idioti mai partoriti.

qui c`e` di peggio. fossi una tipella ci andrei a nozze (diomio il vestito da chun li!), ma sfortunatamente non la nacqui. e dato che sono stipato (neologismo per "senza tipa") sono costretto a poter valutare solo i vestiti masculi, che in compenso sono di una tristezza disarmante (hip-hoppettari glam con momenti finto-punk poserone). dunque, quelli a cui avevo promessi abiti, cambino sesso o si accontentino d`altro.

2. dato che di musici mi circondo, val la pena dir qualcosa sul materiale musicale della zona. i negozi sono meravigliosi, enormi e forniti d`ogni ben di dio, con sezioni vintage ora buffe (vedi tutte le collane relic della fender: ecco per chi le fanno!) ora da chapeau. i prezzi per le robe europee o americane sono li` coi nostri, le chitarre jappa poco ce ne frega, ma cio` che veramente stupisce sono gli aggeggi a base elettronica (sequencer, drummachine, workstation etc). non costano un cazzo. tipo la meta` che a casa nostra. e ci son cose che mai avevo visto prima. per l`appunto credo tornero` con una workstation 24 bit/96khz a 4 tracce grande come un pacchetto di sizze, con due mic a condensatore messi a xy sul lato corto e due ingressi (uno con phantom,@lealtro hi-z per robe in linea) sull`altro. il tutto con shermo lcd, a pile, formato aiff ma anche mp3 a 320 o altro bitrate direattamente, uscita usb che la fa diventare anche interfazzia audio, particolarmente amica di cubase. meno di 200 euro.

ora torno la` fuori che mi aspetta a shinjuku un coreano simpa che ho conosciuto l`altra notte che mi vuole portare a far la bella vita con amici tokyensi. sempre che trovi il posto dell`appuntamento.

Giorno 5

Provatiello dal ritmo da cucipalloni che sto tenendo (del resto se no che cazzo faccio sul tatami a guardare il mio brutto muso), rincontro una delle beloved tastieracce per mettere giu` qualche appunto. la brevita` da cui saranno caratterizzati oggi i miei svolazzi non mi sia rinfacciata: difatti la stancura che mi piega e` frutto di una giornata quasi esclusivamente dedicata al prossimo. dove il prossimo, tanto per capirci, siete voi altri, fedeli sopportatori fedici chi da mesi chi da anni. come un marco polo travestito da babbo natale, sono riuscito a trovare una chicca significativa per onniuno di voi. niente del tipo se non ti piace il tuo scambialo con quello di quell`altro: il tentacolare giappone mi ha permesso di reperire presenti oltremodo cuciti su misura. L`inusitata abbondanza deriva dal fatto che i calcoli di budget fatti prima di partire, seguivano appunto le dicerie nippiche di scuola milanosa. Sistemazione a parte, Tokyo si e` rivelata -specie se affrontata con stile di vita dragognico - prodigiosamente economica. non e` tanto quanto "costa la roba" ma quante possibilita` di condotta economica vengono date al cittadino, abbondanza che - come fecero notare giustamente diversi miei colleghi secoli orsono (nel senso di filosofi. ho colleghi diversi a seconda dell`occasione) - e` la base del buon funzionamento di una societa`. per meglio illustare questa vasta scelta di ways of laif, mi dilunghero` sulla questione cibo realtiva ai pasti necessari e indispensabili, ovvero colazia e pranzo.

colazione milanese

nessuna possibilita` di scelta: bevanda calda e brioche. la prima puo` essere caffe`, te` o cappuccio, con la fastidiosa novita` che ora quando ordini quest`ultimo ti chiedono "ci vuoi il cacao?", ritornello nato negli ultimi due anni che probabilmente eccita l`annoiato barista ma che irrita chiunque abbia piu` di 12 anni

(perche` al mattino gia` mi girano i coglioni e se lo volevo col cacao te lo chiedevo. il cappuccino e` una sequenza di caratteri alfabetici che indica una certa bevanda. per il cappuccino col cacao si trovi a sto punto un`altra sequenza alfabetica, dato che non costa niente inventare parole. altrimenti se da domani decidono di mettere una spruzzata di sciroppo di ciliegia e una spolverata di cannella nell`"acquaementa", io che cazzo devo fare? perdere tempo ogni volta col menu delle opzioni?)

al succitato menu, si aggiunge il succo di x frutto o il bicchiere d`acqua. per altro va sottolineato come gli squallidi baristi italiani stiano da anni rispamiando come rabbini nati a glasgow e cresciuti a nervi sulle brioche: passi che quelle dei franciosi ci spacchino il culo, ma perche` anche qui o in germania sono meglio? A milano due bar su tre hanno dei bitorzoli stoppacciosi e asciutti come un barile di segatura.

dov`e` finita la sfoglia croccante e unta che ti rida` speranza nel mondo alle 7 di mattina? (non che io mi svegli alle 7 di mattina, anzi, ma Marx mica e` andato alla catena per scrivere quello che ha scritto. forse neanche si svegliava alle 7).

bene, dopo questo sproloquio, per altro sulla colazione milanese che gia` dovrebbe esser cosa nota, il prezzo: caffo e brisoc da 1 e 50 a 1 e 80, cappo briosc da 1 e 80 a 2 e 10. si aggiunga dai 2 ai 3 euro e piu` per spremuta e acqua. si arriva a un totalone medio di 4 e 50. e non hai mangiato un cazzo. tradotto circa 650-700 yen.

Colazione giapponese

Sulla possibilita` di scelta, non apro neanche il discorso: qui i locali -soprattutto quelli un po` meno abbienti - mangiano di tutto di piu`, con particolare predilezione per zuppe e quant`altro. prevenendo chi gia` stava per dire "io se alla mattina sento anche solo l`odore del cibo vomito" (e comunque anche chi la pensa cosi` si stara` facendo il naso a milano, dato che quando uno prende il caffe` ormai c`e` gia` l`aiuto barista che griglia zucchine, impila frnacesine e scuoce risotti per l`orrido assalto della pausa pranzo), evitero` dunque un confronto su piani diversi e mi limitero` a modelli tra loro commensurabili. la colazia western style, per altro consumata in massima parte anche qui, ha luogo in una delle ottocentomila tavole calde esistenti. queste a sua volta si differenziano in - conduzione familiare giappica (tipo il nostro barettino, per intenderci) - catene di tavole calde (da starbucks a caffe veloce a jonathan`s - medio piccoli store di alimentari, di solito di quelli aperti 24 ore su 24, con supermercatino e area colazia, tipo al campeggio

nei primi, appena ci si siede o ci si avvicina al bancone, si viene omaggiati di un bel bicchierozzo di acqua con ghiaccio (anche in gennaio), abitudine questa comune in qualsiasi esercizio di ristorazione. indi si sceglie la bevanda: il te` non se lo caga nessuno e quello verde si beve solo col sushi. il caffo invece c`e` in tutte le forme, compresa -anche se poco diffusa - la formula espresso all`italiana (ma proprio uguale). quello piu` comune e`una via di mezzo tra americano e il nostro, in tazza mediopiccola. nei barettini viene preparato in maniera davvero pittoresca in pentolini davanti al bancone, con buffi sistemi di filtraggio. quindi si sceglie tra brioche varie, uova sode, piccole insalatine molto delicate, toast da imburrare (come i nostri ma tagliati spesssi il triplo), bacon, salsiccine, frittatine, crocchettine di patate, club sandwich (ovvero tramezzini freschi, fatti come si deve). tutto questo ben di dio, comprensivo di succo, e` servito nelle catene di tavole calde (di regola mooooolto scicchettine e dalla clientela upper) a circa 500-600 yen. ovvero 3 iuri e cinquanta / quattro. ovviamente il prezzo sale di circa un euro nei barettini familiari e scende negli store. superare i 600 yen con un menu del mattino e` impresa sconosciuta anche al mio prodigioso stomaco, che appena sveglio e` vispo come zeno affamato. particolare curioso, nelle tavole calde di cui sopra, di qualsiasi catena si parli, la musica e` quasi esclusivamente una selezione di celebri brani occidentali rivistati in chiave midi-new age (ovvero flautino che fa la@melodia e sotto orchestra alla bacarach che risponde). tra gli artisti piu` riccorenti in queste inquietanti rivisitazioni mattutine Beatles, Stones, Take That, ma anche Bocelli, Celine Dion,Cindy Lauper.

PRANZO MILANESE

Sorvolando sul come, degno di vergogna soprattutto da quando i bar si sono accorti che speculando su panini e ravioli di marmo possono pagarsi le rate della bmw nuova senza rinunciare al satellite, prendero` in esame il cosa. Di regola, panini -anch`essi sempre piu` di bassa fattura, con didascalie del tipo "carpaccio di bresaola" derivanti dal fatto che pur di risparmiare sul salume i milanesi stanno diventando dei tagliatori che neanche quelli del pesce palla - dal prezzo oscillante tra i 3 euro e 1 4 e 50. Da qualche tempo pero` ci si trova a fare i conti anche con dei primi piatti inquietanti, nature morte di maccheroni e sughi immobili che scorono giu` dagli spaghetti come cascate congelate in un giardino finlandese. Infine - come dimenticarle - le insalatone. Chiunque abbia fatto una sana vacanza al risparmio sa che il cibo piu` economico e - sul breve tragitto - capace di soddisfare, sono le scatolette. Fagioli, mais, tonno e qualsiasi altra cosa l`uomo abbia deciso di costringere nella latta per i posteri. Provate a mangiarle per dieci giorni: sarete costretti a comprare il balsamo di tigre da meetervi sotto al naso come dana Scully quando andate in cesso. Nessuno stupore: quando si mangia qualcosa che promette di essere buono fino al 2012, vorra` ben dire che buono non puo` esserlo mai stato. Le insalatone non sono altro che un impietoso mix di questi normalmente onorevoli rimedi per disperati, arricchiti da truffe a cielo aperto come la polpa di granchio o il palmito. pero` costano 6 euro. piu un euro di acqua, piu` caffe`.

PRANZO GIAPPONESE

La quantita` di posti in cui pasteggiare e` pressoche` infinita. Le catene del mattino diventano catene del mezzo giorno come clark kent quando passa dalla cabina, i barettini idem, i supermercati scoprono una sezione cibi pronti spesso di molto superiore alla sezione cibi spronti. A cio` si aggiungono un esercito di ambulanti da strada e chioschi mangiainpiedi con ogni ben di dio (su tutti gli spiedini: spiedini di qualsiasi cosa sia infilzabile, dall`anguilla alla pelle di pollo)e le migliaia di ristoranti della sera che praticano prezzi ridicoli per il mezzodi`. Va precisato che ogni posto qui, che sia a gestione familiare o in franchising, e` specializzato solo in UN grosso settore della vastissima cucina jappa. I principali sono:

Nabe, ovvero grossi zupponi con dentro spaghetti, verdure, gamberi e due grosse fette di carne. L`impressione e` che chi mangi nabe ognigiorno finisca per aver qualcosa a che fare col sumo.

Udon, spaghettoni oni oni anchessi inzuppati e accompagnati da un cibo jolly galleggiante sopra la superficie. come per il nabe c`e` la possibilita` di scegliere tra versione small-medium-large del piatto per lo stesso prezzo, che poi varia dai 2 ai 5 euro. va da se`n che ho fatto il bello e ho subito chiesto la versione king, da buon italiano. Mi e` arrivato un catino dove avrebbero potuto vivere - comode - dieci tartarughe d`acqua.

Tempura, ovvero quello che c`abbiamo lo friggiamo, ma a modo nostro.

Yakitori, spiediname in prevalenza di carne passato in una salsa di soja davvero gozza

Frittume assortito, tra cui soprattutto grosse cotolette di pollo.ma anche patate, verdure e tutto quello che abbia mai fatto visita al giappone.

Spezzatini e brasati, accompagnati da porzioni di riso grandi come la montagnetta di sansiro.

sushi, che a mezzodi` costa meno di un cazzo. si parla di un pasto sushico serio per 4 euro.

in breve, riuscire a spendere a mezzodi` piu` di 1000 yen (6 euro e ottanta) per mangiare, e` impresa memorabile. Chi invece volesse tentare il contrario, ovvero mangiare e saziarsi con meno di due euro, potrà farlo senza problemi, con zupponi ricchi, sani e pure nutrienti, completi di carne, verdura, spesso latte e l`immancabile bicchierone d`agua con ghiaccio (abitudine questa davvero da sud-est asiatico e in evidente contrasto col piglio modernista della citta`. oltre al fatto che un giappa su tre passera` almeno una mattina della settimana sul cesso a scioltare). a milano con meno di due euro mangi in piedi un francesino liscio e bevi dall fontanella, oppure seduto un kg di farina 00. La sera non cambia di molto: alcuni posti - quelli piu` pregiatelli - raddoppiano i prezzi, gli altri restano identici. Ieri sera sono andato in un ristorante di Roppongi, zona mondana veri veri busy e spandidenaro, eta` media 30 con troie al seguito e macchina piu` pulita della mia (per usare un eufemismo). Sceglie il coreano mio compagno di avventure. entro e mi spavento: arredamento un po` epoca edo un po` minimal chic, cameriere vestite come sara` vesita mia moglie al matrimonio, clientela che sa farsi il nodo alla cravatta e le giacche le manda a stirare. gnocche dovunque, cuochi laureati, foto sul menu alla lachapelle. qui ci pelano, dico tra a me e me. qui ci pelano, dico al coreano. aspettiamo pure, venti minuti. i posti dove aspetti poi ti pelano. ho paura, devo ancora comprare un botto di robe, amo mangiare odio spendere tanto per mangiare. scappo. non scappo. ci sediamo@in un prive che par d`essere alle terme. chiamiamo la cameriazza con un pulsante. ordino, mangio come un bue, arriva il conto, il coreano legge e impallidisce: ehi, guarda che hai preso una cosa che costa un botto, mi fa. fa vede: 3500 yen in tutto, 2000 la mia parte. meno di 14 euro. ma vaffanculo kimkiduk! a Milano ingoi una margherita in una pizzeriaccia dove puoi ascoltare le conversazioni del tavolo di fianco senza averne fatto richiesta, ti gusti la tua nastro azzurro del cazzo e vieni sbattuto fuori per far spazio alla zia uscita dal film di Muccino (dio c`e` anche qui..). Serve dire altro? Si, che ho mangiato il sushi di balena. Non serve al confronto milano-jappa, ma e` cosa da dirsi. fuck greenpeace. che lascino stasera sti poveracci in giro pei mari con gli arpioni e vadano a occuparsi di qualcosa di piu` importante che di un sushi gigante che tra l`altro si mangia pure un botto di gamberetti ogni volta che apre le bocca. in breve, prima di arrivare alla cruciale questione criminalita` sul blog di domani, concludo che - se di citta` si deve parlare - Tokyo manda a dormire Milano senza cena e a orecchie basse. Non c`entrano un cazzo i soliti discorsi dei relativisti colle pantofole che tutto e` uguale e tutto e` diverso a seconda di quanta aria hanno nella pancia. Tokyo potrebbe esssere Milano e Milano Tokyo se solo una dei due lo volesse. Chi fa si` che questo sia lo status delle cose,@l`abbiamao capito, sono quei maiali dei baristi milanesi e il loro cacao del cazzo. amen.

Giorno 7 e tutti a casa

Il giorno 6 e` stato censurato dal webmaster e dall`authority tutta. Troppi bestemmioni, derivanti piu` che altro dalla prima mezza toppata della fedele guida. Volendo provare uno di questi famosi onsen, sorta di bagni termali tipici dei nipponici, prendo il primo della lista della molto trendolosa guida time-out. Scopro che non c`hanno manco messo piede. Considerato che la guida e` molto gay-friendly e pare studiata per un figliodipapa` che fa un weekend a londra si e un weekend a berlino perche`no, mi aspettavo qualcosa di piuttosto accessibile come prima esperienza di onsen. Be`, e` stato come entrare in una bocciofila di zona ortica e chiedere un daiquiri passion fruit con una julienne di avocadi a parte, grazie. sul racconto per esteso della mia allucinante esperienza tra vecchi giapponesi nudi in una palestra anni 30, seduto su un catino nudo a pulirmi col sapone davanti a loro prima di entrare in una vasca a 60 gradi trattenendo le lacrime, vi rimando ai racconti sul suolo italico. gia`, perche` domani parto e gli ultimi yen che sto spendendo qui all`internet point sono yen in meno per la mia utlima cena, che sara` comunque piuttosto magra. colgo l`occasione di fine blog per segnalare ai lettori il sito e annessa rivista che l`hanno ospitato. Il numero 3 di quest`ultima (in uscita tra poco in tutto il globo e soprattutto oltre) e` stata la mia unica lettura in quel di tokyo e si e` confermata come una delle cose piu` importanti che mi siano passate per le mani da anni a questa parte. L`estetica postmoderna che ha salvato il culo a migliaia di grafici senza idee non e` di casa qui. Qui non c`e` da guardare, dire "fico", e passare oltre per poter dire di nuovo "fico" con piu` i e meno o. I grafici degli ultimi dieci anni sembrano arbre magique da mettere in cesso quando si ha finito di cagare: al decimo che metti capisci semplicemente di aver sostituito la puzza con un`altra puzza. za e` una cazzo di finestra. per qualche misterioso maleficio, parto alle 2 di domani pome e sono a milano gia` alle 4, non chiedetemi perche`, accoglietemi solo coi giusti onori.